L’imperatore – 22 febbraio 2014

L’archetipo dell’imperatore rappresenta la capacità di diventare sovrani del proprio regno, della propria vita.
Abbiamo visto nelle precedenti meditazioni come passando attraverso il bambino, il viandante, il cercatore e infine il guerriero ognuno di noi può individuare e comprendere il vero scopo della propria vita e  combattere per raggiungerlo, eliminando dall’esistenza ciò che è superfluo o che  limita e condiziona.
L’imperatore ora deve regnare su ciò che faticosamente ha raggiunto: a nulla serve una profonda consapevolezza se poi non riusciamo a trasformarla in una pratica quotidiana.
L’imperatore deve essere RESPONSABILE. La parola responsabilità in inglese è una parola composta da response e ability, che deve essere intesa come la capacità, piuttosto che l’impegno, di rispondere alla vita. La nostra vita è un insieme di eventi, di cambiamenti, voluti e non voluti, nostri e di altri. Avere successo nella vita significa viverla con un continuo approccio propositivo e non remissivo.
Nella parola responsabilità sono racchiusi le qualità più importanti di questo archetipo:
l’equilibrio, inteso come la capacità di rimanere saldo anche se attorno a noi il mondo cade a pezzi. L’imperatore è la roccia in mezzo alla tempesta.  Questo tipo di equilibrio è molto ben rappresentato nella poesia “Se” di Rudyard Kipling:“………..Se riuscirai a conservare il controllo quando tutti intorno a te lo perderanno e te ne faranno una colpa […] tuo sarà il mondo e tutto ciò che esso contiene.”
L’integrità cioè il mantenere sempre la parola data, costi quel che costi.
L’essere Protettivo. L’imperatore è il protettore del reame. Che si tratti della sua famiglia, dei suoi amici o di persone indifese, L’imperatore è disposto a fare tutto ciò che è necessario per proteggere chi crede in lui, anche se questo significa divenire nuovamente Guerriero. Il Sovrano che è dentro di noi è sempre alla ricerca del potenziale segreto delle persone che ci circondano per far sì che ogni talento possa essere impiegato in modo produttivo. Egli sa che il Regno non può essere pienamente produttivo se non regna l’armonia e i conflitti non vengono gestiti in maniera efficace. Il compito dell’Imperatore è promuovere l’ordine, la pace, la prosperità e l’abbondanza.
Ogni decisione che prendiamo presuppone un’assunzione di responsabilità. Occorre assumersi il 100% delle responsabilità di ciò che ci accade in questo momento e decidere come agire. Dobbiamo ricordarci che non è la crisi economica, i nostri genitori o il nostro partner ad essere responsabili del risultato della nostra vita, ma solo noi.
E la domanda corretta è: cosa posso fare per riprendere in mano il controllo della mia vita? Non dobbiamo più cercare scuse. L’imperatore sa che l’ultima responsabilità ricade sempre su di lui e non trova né scuse, né scusanti. Solo nel momento in cui eliminiamo la rete di salvataggio delle scuse siamo davvero pronti a dare tutti noi stessi per realizzare un obiettivo.
Il pensiero crea e l’imperatore ha il potere di creare il suo: se avremo fiducia in noi stessi, se saremo positivi entrando nel mondo, credendo per primi nei nostri valori e conoscendo i nostri limiti, allora potremmo “governare” la nostra vita.
L’imperatore si autosostiene nella vita, sa trovare le giuste alleanze, sa circondarsi di amici fidati con cui scambiare un reciproco aiuto. Riconoscere ed accettare le sue vulnerabilità non lo rende più debole ma solo più umano. La sua forza e dignità rimangono intatte e con saggezza affronta gli ostacoli.
“Quando eravamo bambini, pensavamo che una volta cresciuti non saremmo più stati vulnerabili. Ma crescere vuol dire accettare la vulnerabilità. Essere vivi significa essere vulnerabili” (Madeleine L’Engle, Walking on Water, 1980)
L’imperatore è colui che sa rinunciare ad essere perfetto per essere responsabile per se stesso e per gli altri, ha il coraggio di abbracciare il suo vero se e con esso governare la sua vita.
Concludo con il video della ricercatrice americana Brené Brown, dove nel libro Daring Greatly, Osare in grande (in Italia sarà tradotto da Castelvecchi nella collana Ultra),  insiste sul concetto a lei caro della vulnerabilità come strada di forza interiore.