La relazione con il padre – 20 dicembre 2014

La relazione con il padre è fisiologicamente e culturalmente diversa rispetto a quella con la madre. Il padre è una presenza di minore impatto nei primi momenti di vita, appare una figura sullo sfondo, con un compito di protezione della famiglia, e il bambino, nei primi mesi, non distingue questa figura in maniera chiara perchè il legame con la madre ha il sopravvento. Successivamente questa figura comincia ad assumere un ruolo sempre più importante e con un impatto emotivo diverso se il figlio è maschio o femmina.

La psicologa Lise Bourberau che ha scritto il libro LE 5 FERITE, afferma come per il figlio maschio il padre svolge un ruolo fondamentale per l’autostima e per l’affermazione del proprio valore nella realizzazione di se, mentre per la figlia femmina, il padre rappresenta la guida per la relazione con il mondo esterno, con gli altri e soprattutto con il futuro compagno. Ciascuno di noi ha interiorizzato il proprio padre, ed è a questa parte di noi a cui si fa riferimento per esistere nel sociale.

Dal punto di vista archetipo il Padre è la parte razionale, la figura che svolge funzione di guida e sostiene i figli nel mondo. l’archetipo del Padre è un archetipo che da tempo immemorabile presiede alla trasmissione del sapere di generazione in generazione. Possiamo pensarlo come un’immagine guida, che aiuta il singolo nel suo cammino di formazione e gli consente di affrontare con coraggio e determinazione il mondo e la vita. Il padre è colui che ci aiuta ad esplorare il mondo, è colui che dall’abbraccio con la madre ci invita a rivolgere lo sguardo altrove, è colui che ci accompagna nella nostra nascita sociale. E proprio per questo se il padre delude, se il figlio perde l’ammirazione verso di lui, non riuscirà nella vita ad avere fiducia negli altri e farà fatica a mettersi in gioco o stabilire relazioni sane con il proprio partner.

“L’ ammirazione è una cosa meravigliosa; fa si che ciò che è eccellente negli altri appartenga anche a noi.” Voltaire

Crescendo questo amore ammirativo verso il padre può cambiare: cominciamo a vederne i limiti, iniziamo a ribellarci alle “sue leggi” e in alcuni casi entriamo in opposizione.

Avere o perdere questo riferimento può condizionare molto la nostra affermazione nella società. Però non dobbiamo mai dimenticare che un padre è stato un figlio, nella storia di ogni genitore c’è a sua volta un genitore e un processo di crescita fortemente condizionato.

Hellinger, psicologo tedesco, ci ricorda come sia fondamentale per ognuno di noi onorare le proprie radici, senza le quali perdiamo la spinta nella nostra realizzazione personale.

” La famiglia è il terreno nel quale siamo radicati. Fino a quando non riconosceremo queste radici, le ali che ci stanno spuntando resteranno deboli. Dobbiamo scoprire queste radici e liberarle da tutto ciò che le indebolisce e le danneggia. Allora la forza potrà fluire dalle radici alle ali “
Per quanto un padre ci abbia deluso è importante trovare in lui almeno una qualità da ammirare perchè questo ci permette di conservare in noi quel piccolo germe di forza e proseguire poi per la nostra strada, con la responsabilità di accrescere le nostre doti e qualità.

Non possiamo dimenticare che di quel genitore non conosciamo le ansie, le difficoltà o i limiti che ha attraversato nello svolgere il proprio compito. Possiamo solo riconoscere che con nostra madre ci ha dato la vita e la vita è la grande occasione che abbiamo come anime, per evolvere ed essere liberi nell’amore. Un dono grande, che dobbiamo onorare se vogliamo essere felici, sempre e comunque.