Ghimel: l’armonia dentro di noi

GHIMEL, L’ARMONIA DEGLI OPPOSTI

sabato 2 novembre 2019, ore 11

La terza lettera dell’alfabeto ebraico è un importante archetipo nella crescita spirituale. Il suo significato simbolico è molto ricco.

La lettera Ghimel è collegata principlamente a due parole:

GAMAL, il cammello che ci conduce nel deserto, una metafora del nostro mondo interiore inconscio dove ritrovare noi stessi. La stessa lettera ghimel sembra rappresentare la parte anteriore di un cammello.

GAMOL (svezzare), che significa nutrire sino alla maturazione, lo sviluppo di un neonato fino al punto in cui può vivere senza l’allattamento.

Il portare a maturità è considerata una azione benefica e costruttiva che aiuta il prossimo. La stessa lettera ghimel sembra rappresentare anche l’immagine di un uomo che cammina, simbolicamente, un uomo ricco che corre dietro ad uno povero per fargli la carità, poiché nell’alfabeto ebraico gimel precede daleth, che significa “uomo povero o disagiato”.

Ma un altro importante simbolismo è nel concetto di armonizzare gli opposti: il valore della GHIMEL è tre, numero che allude all’idea che due fattori opposti devono mescolarsi per formare una terza entità perfetta.

La prima lettera dell’alfabeto ALEF (n.1) denota la perfezione che esiste solo in Dio, la seconda lettera dell’alfabeto BET che rappresenta la dualità, implica diversità ed eterogeneità, molteplicità ed incompatibilità. Quindi la lettera GHIMEL significa la capacità di neutralizzare le forze contrastanti per unirle in una unità più coesa e duratura. Questa funzione mette in movimento tutte le energie e potenzialità che sono rappresentate da Alef e contenute da Bet. Alludendo a questo principio, il Re Salomone dice : ” la corda a tre capi non si distaccherà facilmente ” (Eccl. 4:12)

L’uomo è superiore agli animali perché la sua esistenza non dipende solo dalla partecipazione del maschio e della femmina, ma dalla pertecipazione di Dio, che da all’uomo il suo spirito e lo eleva al di sopra delle altre creature” (Rashi) – come i saggi insegnano, ci sono tre partner nell’uomo: Dio, il padre e la madre (Kiddushin 30b).

Infine c’è un ulteriore aspetto di Ghimel: la sua funzione e cioè la ROTAZIONE. Anche qui con un doppio significato:

– Voglio migliorare la capacità di comprendere le persone quando parlano ho bisogno di ruotare, prendere il loro posto, quindi parlo e ascolto, mi scambio di posto con l’altro e di nuovo, voglio comprendere le emozioni dell’altro prendendo il suo posto fino ad entrare in un rapporto di connessione e comprensione.

Tutto il creato si basa sul concetto di ROTAZIONE:

nell’atomo che costituisce la materia, l’elettrone gira attorno al nucleo,

la nostra Terra ruota su se stessa, la luna attorno alla Terra, il sistema solare ruota all’interno del movimento rotarorio della via lattea….

La rotazione è un movimento di vita.

La Vita, l’Universo, è dinamismo, evoluzione.

– L’Aleph, duplica se stessa attraverso la Beth e crea, con la Ghimel, il movimento dell’inconscio, il primo movimento conosciuto nella vita che non è lineare, ma rotante.

Possiamo dire che ruota su se stesso, parte e torna a se stesso.

Quando noi già ci sentiamo nei nostri sogni e ci muoviamo nella vita di tutti i giorni a partire dai sogni, dai progetti nel nostro cuore, le energie della mente e del corpo si mettono in “movimento” sono attivate, spinte dalla nostra stessa passione, dall’entusiasmo che anima il nostro spirito e la nostra giornata.

Ghimel è “Rotazione”, mettere in movimento rotatorio, perciò sciolto, privo di attriti. Far rotolare una ruota non è spostare un cubo. Nella rotazione abbiamo eliminato angoli e spigoli, quelli dalla nostra psiche, dei sentimenti e delle emozioni, delle nostre dinamiche interiori o delle nostre interazioni.” (Francesca Salvador)

Quando noi avvertiamo e guardiamo ed accettiamo i sogni che in noi emergono, per quanto grandi ed originali possano essere, noi facciamo emergere la luce, l’energia, le potenzialità che in essi sono racchiuse, affinché si realizzino.

Ghimel attiva la capacità di percepire, oltre la consistenza della realtà, l’eterno fluire del Tutto e ci immette nella consapevolezza indefinita.

Ghimel, sente e dice ogni mio movimento: siamo vortici di energia creativa, siamo madri e padri, figli, stelle, cieli e mari. Tutto si muove e noi nel Tutto.

In questo sta la potenza della lettera Ghimel: correre fino ad uscire da se stessi, dalle limitazioni della dualità. E’ la potenza del movimento, della crescita, dell’attività, del progresso.

La consapevolezza dev’essere in continuo movimento: deve correre al di fuori di se stessa verso l’infinito, per poi ritornare in basso, a svolgere con rinnovata motivazione e sapienza i suoi compiti specifici.

Ghimel è l’origine della potenza di progredire, di lasciare l’insoddisfacente per ricercare il Divino. Bisogna uscire da se stessi, dalle precedenti identificazioni, per muoversi verso il vero sé.

Noi come ci poniamo? Abbiamo in noi sistemi di percezione e di pensiero statici o dinamici? Funzionali al continuo fluire della vita e perciò anche al continuo sviluppo delle situazioni? Oppure siamo immobili e quindi potenzialmente bloccati?