Angeli e Alberi: colloqui con il divino

“Un libro sugli alberi e sugli angeli ha il suo importante senso.

Gli alberi sono ponti tra la terra e il cielo e non potrebbe che essere così: essi, infatti, permettono la vita sulla terra, consentono agli esseri viventi di respirare. Gli angeli, invece, vivono accanto a noi per proteggerci e per aiutarci ad evolvere, sostenendoci in questa difficile avventura che è la vita. Entrambi, pertanto, collaborano, gli uni su un piano fisico, gli altri su un piano spirituale, affinché la nostra esistenza possa svolgersi al meglio.

Tuttavia, come non riusciamo a percepire gli alberi, così non ascoltiamo gli angeli e perdiamo l’occasione di scambiare un amore che ha una vibrazione elevatissima e di cui c’è un enorme bisogno, insieme alla comprensione e alla compassione, sulla terra. Ebbene, gli alberi e gli angeli ci possono insegnare ad amare.

In questo libro desidero raccontare le mie vicende, perché da più di quindici anni parlo con gli angeli e con gli alberi, oltre ad insegnare a farlo, e credo che questa esperienza meriti di essere diffusa, soprattutto perché è un messaggio di amore, quell’amore incondizionato che tutti vorremmo raggiungere sulla terra, ma, dal momento che è così puro, sembra possibile solo con esseri di luce o con la natura.” dall’INTRODUZIONE 

 

Introduzione di Lisa Rimondi

Presentazione dell'autrice

Prefazione al libro di Lisa Rimondi

“Questo libro è il resoconto di un viaggio. Un viaggio nel mondo delle energie sottili, abitato da Angeli, Alberi, essere elementari. È il racconto di una meravigliosa ricerca interiore, di una sorprendente ri-scoperta intima dell’autrice di se stessa, attraverso i colloqui con il proprio Angelo, con i saggi Alberi e con antichi esseri elementari che abitano la nostra realtà sovrasensibile. È la narrazione della scoperta di quel seme interiore d’amore puro ed incondizionato dentro di noi, della nostra essenza divina, della nostra perfetta buddità. È il mostrarsi della nostra anima luminosa che è pur sempre stata lì, nel nostro intimo, magari nascosta e sepolta da pesantissimi strati di giudizi e pregiudizi, di condizionamenti sociali ed educativi, di emozioni represse e sogni mai raccontati. Eppure questa nostra parte divina resiste ed esiste in maniera splendida, stabile ed incorruttibile attraverso lo spazio ed il tempo, ci racconta Silvia. E se ci permettiamo di contattarla, attraverso la comunicazione e la comunione con gli Angeli e con gli Alberi, impariamo l’infinito amore per noi stessi, per la nostra complessità, per la nostra ombra e la nostra luce. Se onoriamo la divina presenza in noi, allora riscopriamo l’armonia profonda della vita, ri-apprendiamo a parlare con l’universo, a pulsare con la natura e a vivere il mistero della quotidianità che è stato sempre intorno a noi ma a cui abbiamo smesso di partecipare con la fine dell’infanzia. Perché questa magia di ogni giorno è invisibile agli occhi di chi vive prigioniero dei condizionamenti e della cupa, totalizzante ed univoca razionalità. Non si tratta di abbandonare la ragione ma di integrarla con l’intuito. Questo ci suggerisce Silvia. Non si tratta di scegliere fra rigore scientifico e sensibilità per il sovrasensibile. No. Esattamente il contrario. Si tratta invece di integrare le due anime, i due mondi. Silvia ci invita a superare la dicotomia cartesiana fra res cogitans e res extensa e di tornare a vedere l’uomo come essere integro ed intero: come una meravigliosa unità fatta di ragione, sentimenti, emozioni, corpo e spiritualità. Ed in profonda connessione col Tutto. Quando contattiamo il nostro Angelo, ci mostra Silvia, allora ci facciamo invadere dalla magnificenza della vita e permettiamo allo stupore e alla commozione di farci sentire di nuovo “a casa”, di farci risuonare, di nuovo – come nell’infanzia personale e dell’umanità –, in perfetta sintonia con le infinite vibrazioni dell’Universo. L’autrice ci chiede di avere il coraggio e al tempo stesso l’umiltà di percepirci come esseri spirituali, in cammino evolutivo, verso il nostro sé superiore (di cui l’Angelo è una delle più alte manifestazioni), come bagliori della perfetta luce divina.

Silvia ci guida per mano attraverso questo viaggio al tempo stesso personale e sovra personale che le ha permesso di uscire dalla cruda materialità per contattare questa meravigliosa alterità e sovrasensibilità che è fuori di noi ma, al tempo stesso, profondamente dentro di noi. E ci invita a fare lo stesso, ricontattando la spontaneità e la profonda connessione col Tutto di quando eravamo bambini. I bambini, ma anche gli artisti, i poeti, e “i pazzi”, sono perfettamente capaci di percepire le energie sottili che li circondano perché spontaneamente sono in grado di sospendere il giudizio e l’incredulità e lasciarsi penetrare dal mistero, dall’intenso profumo della fantasia che non ha bisogno di dubitare e che sa pur senza conoscere razionalmente. Per noi adulti quindi si tratta, afferma Silvia, di sollevare quella corazza e quei paraocchi educativi che ci imbrigliano nella piattezza del nostro sentirci finiti e di ascoltare finalmente gli Alberi, che in realtà non hanno mai smesso di parlarci, e gli Angeli, gli esseri elementari che vivono e proteggono la natura. È un riappropriarci del nostro “amico immaginario” infantile. Tornare ad avere fiducia nei nostri organi di luce e di connessione che sono stati sempre lì, via via sempre più ignorati nel nostro sviluppo sociale e ontogenetico. Contattare il bambino in noi, libero, selvaggiamente saggio e connesso con la natura. Perché Silvia non si stanca di dircelo: siamo meravigliosi esseri spirituali se ce lo concediamo.

Ed il libro tratta proprio di questo: integrare la nostra parte spirituale e divina attraverso il colloquio con le realtà sovradimensionali. È un invito, uno strumento ad aprire il nostro canale cosmo tellurico che ci permette di affondare le radici nella madre terra ed espanderci verso il cielo. Silvia apre un velo su cosa succede quando abbandoniamo il nostro ego pesante e talvolta ingombrante, anche per un solo momento, e lasciamo che la nostra anima vibri libera insieme all’armoniosa essenza del creato, del puro amore.

Contattare l’Angelo è come un risveglio, un ricordare la condizione di Eden primigenio, dove eravamo in connessione col Tutto. E un ritornare a noi, uscendo da noi, attraverso la spirale evolutiva che è anche il senso del nostro viaggio di Anima sulla terra: staccarci dall’Amore Divino, fare esperienza terrena, e tornare all’Amore Divino, come anime evolute.

Questi colloqui vibrazionali sono il racconto di un processo di connessione, di ri-contatto con un “sapere-non-saputo”, di ri-collegamento con l’inconscio collettivo (perché da bambini eravamo immersi pienamente in esso), magnifica “scoperta” di Jung. Lasciandoci trasportare nell’inconscio collettivo, sperimentiamo “fenomeni” sincronici, aldilà delle dimensioni spazio-temporali, perché siamo a contatto con l’infinito bacino di possibilità e creatività. Qui siamo in quel Pleroma gnostico così caro a Jung, dove tutto esiste ma non è ancora stato declinato, spazio-temporalmente, nella storia.

Silvia ci invita al viaggio dunque. Un invito alla sospensione dell’incredulità per la magia e per il miracolo che ci circonda, per accedere all’immaginazione, alla facoltà creativa che sola dà l’accesso a questo mondo sottile. In questo viaggio, Silvia, ci mostra come in realtà ogni “fenomeno” racchiuda vari livelli di esistenza, di significato e quindi di lettura: l’Albero, pertanto, è sia dispensatore di ossigeno, capace di fotosintesi, produttore di polline, ecc., ma al tempo stesso ci comunica un messaggio dal ritmo lento e profondamente saggio che parla direttamente alla nostra anima. Il colloquio con l’Albero ci fa sentire il rumore del vento, il caldo abbraccio della Madre Terra, la linfa che scorre, le radici che come mani affondano nel terreno; ci fa sentire appieno la nostra fame di ritmo lento e di calma presenza che doni un significato profondo alla vita e alla morte come ciclo trasformativo ed evolutivo.

L’autrice, nel libro e nei suoi seminari, ci insegna a ricontattare quella genuina condizione con cui il bambino si avvicina ad ogni esperienza, con piena fiducia “in ciò che arriva”, senza giudizio, con cuore aperto. Liberi (importantissimo) da qualsivoglia trepidante aspettativa o ansia da prestazione. Ed è esattamente questa attitudine che noi adulti dobbiamo riapprendere e salvaguardare nei bambini e che permette il contatto con i mondi sottili. E allora sarà un aprirsi alla gioia ed alla partecipazione alla vibrazione armonica dell’universo.

Le parole dei colloqui di Silvia ci risuonano profondamente dentro perché sentiamo che fanno parte di una comune matrice inconscia, fatta di semplicità, armonia e bellezza. Parlare con i nostri Angeli custodi, con gli Alberi, seppur con linguaggi profondamente diversi, ci permette di riappropriarci del senso profondo del nostro progetto di vita e della nostra esistenza e di inserirlo in un orizzonte più vasto, in una sinfonia più ampia. Se restiamo in comunione con questo mondo sottile, allora percorriamo con piena consapevolezza il nostro personale ed unico cammino di individuazione per diventare, finalmente, con coraggio ciò che da sempre la nostra intima natura ci chiede di essere.
E credo che il messaggio più importante del libro, fra i molteplici presenti, abbia proprio a che fare con il coraggio della genuinità, con il libero arbitrio e con la possibilità di scelta che sempre abbiamo nella nostra esistenza. L’anima si incarna per fare esperienza, per fare un viaggio di conoscenza ed apprendimento: noi possiamo decidere di percorrere questa strada in maniera consapevole o trascinati dalla paura e dalla inconsapevolezza.

Silvia traccia inoltre i punti essenziali dell’angiologia: le nostre radici culturali. E mette in evidenza come gli Angeli siano da sempre presenti nella nostra spiritualità, sia nell’infanzia dell’uomo che in quella dell’umanità. La Cabala, uno dei testi fondamentali della cultura e della spiritualità ebraico cristiana, evidenzia come essi siano forme di consapevolezza della creazione. Nel credo cattolico, come nell’Islam, sono potenti figure protettive di connessione fra gli uomini e Dio. Mediano, come i Deva orientali, fra Cielo e Terra. Per Steiner sono esseri umani che si sono evoluti. Pertanto ci indicano il nostro cammino. Ed è anche per questo, afferma Silvia, che è importante contattarli: sono la nostra possibilità evolutiva, la nostra meta, perfetti esseri di puro amore.

Il testo è un invito a percorrere il proprio personale viaggio di evoluzione e di consapevolezza interiore, un viaggio di integrazione. L’autrice ci accompagna, alternando in modo sapiente, conoscenze scientifiche, spirituali ed esperienze personali con racconti dei suoi allievi. Il lettore si sente a contatto con un sapere millenario, aperto e spontaneo che parla al cuore. Leggendo il libro sentiamo la nostalgia di qualcosa di conosciuto: esso ci pone nelle condizioni “psicologiche” e spirituali di voler parlare con i nostri Angeli, di metterci in ascolto con gli Alberi che ci chiamano. Perché Silvia ci dimostra come sia possibile per ognuno di noi accedere a questo messaggio divino, di profondo contatto. E questa riscoperta ci commuove nel nostro intimo.

Ciò che rende il libro così intenso ed affascinante è anche la doppia anima di Silvia: da un lato la solidissima base scientifica data dalle competenze nel campo della biologia e della farmacologia (e non solo) e dall’altro la profonda spiritualità, l’insaziabile curiosità, l’apertura mentale e la connessione con la vita che da sempre hanno contraddistinto la sua vita personale, di ricercatrice, di divulgatrice e formatrice. Silvia ha unito le conoscenze scientifiche, fra le altre, in materia di fisica quantistica, di teoria dei campi morfogenetici, di ipercomunicazione, con l’antica conoscenza cabalistica, alchemica, lo sciamanesimo e la filosofia orientale. Nel suo lavoro si fondono le scienze hard e la visione pragmatica dell’Occidente con le nostre radici ebraico-cristiane e la millenaria cultura indiana. È un approccio che comprende ed include saperi trasversali e multidisciplinari (lontano anni luce da una superficiale attitudine “tuttologica” fin troppo presente nella cultura “pseudo New Age” e di cui ovviamente non sentiamo alcun bisogno) in un’ottica di profonda integrazione. E questo doppio binario scientifico-spirituale, questa sorta di “divano occidentale-orientale” come direbbe Goethe, nella sua preparazione, permette veramente all’autrice di sottolineare anche con la propria dimensione personale come sia feconda l’integrazione e non la separazione, e come sia auspicabile la felice e feconda convivenza degli opposti.

Recensioni